Andrew Taylor Still
Il padre dell’osteopatia fu Andrew Taylor Still, medico americano nato nel 1828, insoddisfatto dalle pratiche mediche dell’epoca. Infatti, nel secolo in cui egli visse, la chirurgia e gli altri regimi terapeutici tradizionali spesso risultavano essere più la causa del danno che la cura.
In seguito alla morte dei suoi quattro figli per un’epidemia di meningite, Still iniziò a guardare alla salute come all’equilibrio dell’insieme delle strutture del corpo.
Still cercò quindi di riformare le pratiche esistenti studiando trattamenti alternativi, quali l’idropatia, il bone setting (la sistemazione ossea) e la guarigione magnetica.
Egli inventò il nome “osteopatia” unendo due termini dal greco antico osteon = osso e pathos = sofferenza, affinché il nome stesso della disciplina comunicasse la sua teoria che la malattia e la disfunzione fisiologica si basano sul sistema muscolo-scheletrico. Nel 1892 Still fondò la prima scuola di osteopatia, l’ASO, American School of Osteopathy nel Missouri, in Stati Uniti. In breve tempo raggiunse i primi 500 iscritti. Prima della sua morte nel 1917, Still formò circa 5000 osteopati.
Il metodo osteopatico si basa su 3 leggi fondamentali:
- La legge dell’arteria è primaria:
per mantenere il corretto equilibrio interno al corpo, è necessario un corretto afflusso di sangue in tutto l’organismo. Se il flusso viene ostacolato, nel lungo periodo si potrebbe sviluppare una malattia.
- Il corpo possiede in sé la forza di autoguarigione:
il corpo è una macchina perfetta in grado di auto guarire. L’osteopatia mira ad eliminare i blocchi che impediscono al corpo di ritrovare l’equilibrio perduto.
- La struttura governa la funzione:
tutti i tessuti corporei sono legati tra loro, per questo motivo un danno anche minimo può avere ripercussioni sull’intero organismo. L’osteopata durante il trattamento terrà conto di tutte le relazioni anatomiche che legano il corpo umano, non esegue trattamenti locali, ma tiene conto dell’insieme.